"Guaritore Galattico" è un romanzo di Philip K. Dick che ci trasporta in un futuro dominato da un regime oppressivo, dove un uomo, Joe Fernwright, riparatore di vasi rotti, si trova coinvolto in un'avventura cosmica dai risvolti esistenziali.
Joe Fernwright è un uomo comune, alle prese con le difficoltà della vita quotidiana e con un profondo senso di insoddisfazione. Un misterioso essere alieno, dotato di poteri quasi divini, recluta Joe per un'impresa titanica: sollevare dal fondo del mare una cattedrale antica e ricostruirla.
Joe si ritrova a viaggiare tra mondi diversi, incontrando creature bizzarre e affrontando situazioni surreali. Il romanzo si pone interrogativi profondi sulla natura della realtà, il significato della vita, il ruolo della fede e la libertà individuale.
Come molti romanzi di Dick, "Guaritore Galattico" dipinge un quadro cupo di una società futura dominata dal controllo e dalla manipolazione. Joe, come molti personaggi dickiani, è alla ricerca di un significato più profondo nella sua esistenza, di una verità ultima che possa dare un senso alla sua vita.
L’essere alieno rappresenta una figura ambigua, a metà tra un dio e un manipolatore, che pone interrogativi sulla natura del potere e della divinità. Dick, come al solito, mette in discussione la natura stessa della realtà, suggerendo che ciò che percepiamo potrebbe essere solo un'illusione.
Lo stile inconfondibile di Dick è qui perfettamente rappresentato : non c’è una trama lineare e facilmente prevedibile. "Guaritore Galattico" è un romanzo complesso, ricco di simbolismi e di sfumature, che richiede un'attenta lettura e una certa apertura mentale. Ma è facile godere delle sue atmosfere inquietanti e dei suoi personaggi complessi.
La mia personale convinzione è che il romanzo, come spesso accade soprattutto negli ultimi scritti di Dick è in fondo una grande metafora attraverso la quale egli cerca di fare luce – senza riuscirci – nell’oscuro mondo dei rapporti tra Inconscio e coscienza, tra individuo e collettività, tra predestinazione e libero arbitrio. Cercando di maneggiare temi delicati come l’anima, l’ombra, il doppio. Tutta la parte finale mette in scena il faticoso e contradditorio percorso che il soggetto deve compiere per squadernare il mondo inquietante dell’interiorità nascosta, il mondo del rimosso, delle pulsioni sepolte, ecc.
È un romanzo ricco di analisi e di spunti di riflessione. Non è un caso che sia infarcito di citazioni colte, dal Faust di Goethe alla poesia di Keats.
Se amate la letteratura di Philip Dick, questo è un romanzo da non perdere.
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