"L'isola" (titolo originale: Island),
pubblicato nel 1962, è l'ultimo romanzo scritto da Aldous
Huxley. È spesso considerato il suo lavoro più utopico, in
contrapposizione al celebre Brave New World (Il
mondo nuovo), che invece rappresenta una distopia. Qui Huxley
immagina una società ideale basata su principi filosofici orientali, scienza
illuminata, e armonia tra uomo e natura.
Il
protagonista, Will Farnaby, è un giornalista
e agente commerciale britannico che naufraga sull'isola immaginaria di Pala,
un'utopia pacifica e fiorente da 120 anni nell'Oceano Pacifico. Inizialmente la sua
missione è infiltrarsi nella società isolana per favorire interessi economici
esterni (petroliferi). Tuttavia, durante la sua permanenza, Will entra in
contatto con la straordinaria cultura di Pala, una società che ha saputo
integrare scienza, spiritualità (soprattutto buddhismo e meditazione),
educazione non repressiva e uso consapevole di sostanze psichedeliche per la
crescita personale.
La
comunità di Pala è organizzata in modo cooperativo e pone l'accento sull'autorealizzazione,
sulla gestione consapevole delle emozioni e su un'educazione aperta e libera.
Gli abitanti usano un fungo allucinogeno chiamato moksha-medicina
per esperienze mistiche e introspezione.
A Pala, i bambini vengono educati con consapevolezza,
imparando a concentrarsi sul presente ("attenzione") e a comprendere
la natura transitoria della vita. La filosofia dell'isola enfatizza la crescita
personale, la comunità, e un rapporto equilibrato con la tecnologia e
l'ambiente. Pratiche come la mindfulness, l'ipnosi per alleviare il dolore,
l'uso rituale di una droga psichedelica chiamata "moksha-medicina"
per ampliare la percezione, e un approccio integrato alla sessualità e alla
riproduzione fanno parte della loro vita. La sessualità e la famiglia sono
aperte, la vita media è più lunga, si rifiuta ogni illusione papista o marxista
di un’altra vita, non vi sono né capitalisti né comunisti né
industrializzazione integrale (cosa che hanno in comune), l’ipnosi è usata come
metodo di anestesia, tutti sono bilingue (palanese e inglese), gli
intellettuali svolgono anche attività manuali, non vi sono banche commerciali
ma solo credito cooperativo, c’è un rigido controllo delle nascite, falliti,
criminali e tiranni vengono curati da piccoli per la sindrome di Peter
Pan,l’alpinismo è obbligatorio come forma educativa, si applica una forma di
eugenetica e si pratica la fecondazione artificiale, la formula della società
di Pala: “L’elettricità meno l’industria pesante più il controllo delle nascite
è uguale alla democrazia e all’abbondanza:” (167)
Will,
inizialmente scettico e cinico, viene gradualmente trasformato dal contatto con
la filosofia palanese. Tuttavia, il finale del romanzo è amaro: i principi
pacifici di Pala vengono minacciati da forze esterne (capeggiate da un giovane
principe alleato con multinazionali) che vogliono sfruttare le risorse
dell’isola.
L'utopia di Pala è minacciata dal mondo esterno. Le
mire economiche e politiche di paesi vicini, guidate dalla brama di potere e
risorse, si fanno sempre più pressanti. Il romanzo si conclude con l'invasione
dell'isola, suggerendo la fragilità di un'esistenza pacifica di fronte alla
cupidigia e alla violenza del mondo moderno. Nonostante la tragica fine
dell'isola, il libro lascia un messaggio di speranza nel "fatto
dell'illuminazione" che persiste anche nell'oscurità.
"L'isola" rappresenta il testamento
filosofico di Huxley: un tentativo di proporre un modello alternativo al mondo
moderno, basato su equilibrio, consapevolezza e armonia interiore."L'isola"
è un'esplorazione delle potenzialità umane per creare una società illuminata,
un contrasto con la distopia descritta in "Il mondo nuovo" dello
stesso autore, e un ammonimento sulla vulnerabilità di tali ideali nel mondo
reale.