lunedì 14 ottobre 2024

Carl Gustav Jung UN MITO MODERNO. LE COSE CHE SI VEDONO IN CIELO 1958

 

Un mito moderno. Le cose che si vedono in cielo di Carl Gustav Jung (1958)

 


Il saggio di Carl Gustav Jung Un mito moderno. Le cose che si vedono in cielo del 1958 è un testo molto serio che uno dei padri della psicoanalisi dedica a quello strano fenomeno degli UFO  esploso in particolare dopo la II Guerra Mondiale e caratteristico degli anni ‘50 e ’60. Vorrei proporre di leggere, o rileggere, questo testo come se si trattasse di una riflessione sulla letteratura prima che su un evento storico, e in questo senso vorrei proporlo come una lettura privilegiata per chi si occupa, da lettore o da scrittore, di fantascienza.

La domanda chiave da cui parte Jung è come sia possibile una simile forma di visione collettiva di oggetti di cui non si hanno prove concrete e definitive, e soprattutto come sia possibile che nell’opinione pubblica serpeggi il desiderio inconfessato di vedere questi oggetti: ”Perché mai dovrebbe essere più desiderabile che esistano dischi volanti piuttosto che non esistano affatto?” (p. 20).

Ovviamente ne dà una spiegazione psicologica, perché, ammette, dopo dieci anni di studi di non essere riuscito a raggiungere una spiegazione definitiva e attendibile del fenomeno, resta però la sua convinzione personale, pur con molte attenuazione e distinguo che “gli UFO sono reali apparizioni materiali, entità di natura sconosciuta, che provengono probabilmente dagli spazi e che erano già visibili forse da lungo tempo, agli abitanti della Terra” (p. 138) Indipendentemente da questo, però, resta il fatto che sul fenomeno viene proiettata poi una dimensione mitica. Esista o meno, esso è divenuto un mito del nostro tempo, cioè un fenomeno riconducibile alla dimensione dell’inconscio collettivo dell’uomo del XX secolo. Un uomo preso dal timore della guerra atomica e dello scontro fra le superpotenze. Tutta la tensione emotiva del tempo prende la forma di questi corpi rotondi che assumono dunque un significato simbolico.

La rotondità infatti riporta al mandala, antico simbolo della totalità e quindi della unione dei contrari e quindi della divinità. Rappresenta cioè il bisogno dell’uomo di ottenere un contenuto numinoso (contenuto di carattere oggettivo o soggettivo, espressione di potenza divina). In questo senso gli UFO rappresentano una vera e propria esigenza religiosa che Jung, polemicamente  ritiene prevalente rispetto a quella sessuale (Freud) e a quella della volontà di potenza (Nietzsche e Adler). E aggiunge a chiarimento: “Nell’esperienza religiosa l’uomo incontra un Altro che gli è superiore sul piano psichico.” (pp. 61-62)

Ecco allora il senso di esaltare le apparizioni degli UFO e di andarle a cercare, come fa Jung, anche nei sogni o nella pittura cioè nelle manifestazioni dell’inconscio. E quindi anche nella letteratura di fantascienza.

E qui Jung scopre che simili rappresentazioni sono rintracciabili anche in epoche precedenti l’apparizione degli UFO veri e propri che avviene dopo quell’immane choc emotivo rappresentato dalla II Guerra Mondiale. A riprova che si tratta di una tipica manifestazione dell’inconscio collettivo. Rappresentazioni archetipiche. Compensazione della perdita nel mondo cristiano della fede nel mediatore  (Cristo).

Per questo gli UFO appaiono, per lo più,  nella forma del rotundum che esprime la totalità del Sé (cioè la composizione di Inconscio e Coscienza) oppure come occhi che ci osservano (archetipo dell’occhio di pesce, sempre aperto).

Non è un caso,  che Jung concluda la sua analisi citando due racconti di fantascienza (La nuvola nera di Fred Hoyle e I figli dell’invasione di John Windham) ove rintraccia gli stessi contenuti inconsci che appaiono di fronte al fenomeno degli UFO, e in particolare esprime il rischio che il contatto con il contenuto inconscio possa determinare, in una coscienza che non sia preparata all’incontro, conseguenze drammatiche.

È forse questo l’insegnamento che Jung ci consegna: di fronte alle proiezioni del nostro inconscio tormentato dai pericoli della vita sulla Terra (prima il rischio atomico, o quello della guerra, oggi quello del cambiamento climatico e dell’inquinamento) corriamo il rischio di perderci, di restare annichiliti se non sappiamo prepararci al contatto con l’Altro, all’incontro con l’impossibile e l’incredibile. La letteratura fantascientifica ci aiuta ad affrontare questo momento rendendoci familiare anche il lato oscuro della realtà.

 


 

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