Non amo i cicli di romanzi in molti volumi, ho sempre pensato che, in fondo, si trattasse di operazioni di marketing oppure dello sfruttamento intensivo di una buona idea. Tuttavia leggendo il primo volume della Zona X di Jeff Vandermeer ho avuto una piacevole sorpresa. Il libro è davvero molto bello cattura fin dall'inizio con un atmosfera intensa e una serie di interrogativi coinvolgenti ai quali si dà risposta molto lentamente.
TRAMA
La trama del libro ruota attorno a un'area misteriosa chiamata "Area X", che è stata isolata dal resto del mondo per motivi sconosciuti.
Il romanzo segue le vicende di quattro donne, conosciute solo come la Biologa, la Psicologa, l'Antropologa e la Topografa, che vengono inviate in missione di esplorazione all'interno dell'Area. Ognuna di loro ha un passato complicato e oscuro, e durante la loro permanenza nell'Area X si trovano ad affrontare strane e pericolose creature, paesaggi surreali e fenomeni inspiegabili.
Nel corso della loro esplorazione, gli scienziati scoprono un faro misterioso al centro dell'Area X e si avvicinano sempre di più alla verità che si cela dietro al fenomeno. La biologa, in particolare, viene attratta da una forza irresistibile che la spinge verso il centro, dove dovrà fare i conti con la sua psiche frammentata e con la natura aliena dell'Area X.
In questa area misteriosa è successo qualcosa, non si sa bene che cosa. Molte spedizioni sono già state mandate ma quasi nessuno è tornato, i pochi che ce l’hanno fatta sono morti poco dopo, quindi resta il mistero sulla natura di questa area. La trama si sviluppa attraverso le scoperte e le esperienze delle protagoniste, che cercano di svelare i segreti dell'Area X e di capire cosa sia successo alle precedenti spedizioni. Il romanzo mescola elementi di fantascienza, mistero e horror, creando un'atmosfera inquietante e suggestiva.
Si scoprirà molto avanti che la protagonista in realtà è moglie di un componente di una spedizione precedente che era riuscito, non si sa come, a tornare a casa ma completamente cambiato, e poco dopo era morto.
Il lettore segue la vicenda dalle parole della Biologa, e dal suo diario scopriamo l'esistenza di una specie di cunicolo che introduce in un mondo fantastico incomprensibile ma anche sanguinoso. Ci sono spesso scene piuttosto violente, il sangue è un protagonista importante perché, e lo scopriamo molto lentamente, pare quasi che tutta questa zona sia in fondo una specie di esperimento compiuto da qualcuno che forse non è nemmeno totalmente umano, che gioca con il DNA degli esseri umani infrangendo le barriere che dividono esseri umani, animali e piante e realizzando una sorta di metamorfosi. Come se qualcuno stesse cercando di comprendere i misteriosi meccanismi della vita.
Alla fine sopravvive soltanto la protagonista e non tutte le domande trovano una risposta, forse la si troverà nei volumi successivi, certamente la sensazione di mistero prodotto dall'autore è straordinariamente affascinante.
Vandermeer è noto per aver introdotto la formula del New Weird cioè di una letteratura che dalla fantascienza si sposta progressivamente verso i fantastico, il magico, il fantasy e certamente insieme con China Miéville, è l'autore più rappresentativo di questo genere. In realtà, al di là delle definizioni che sono sempre molto parziali, resta il fatto che il romanzo è certamente molto bello, ben scritto, ben costruito. Non so se leggerò gli altri due volumi della trilogia ma certamente ora la tentazione è forte.
STEFANO ZAMPIERI
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