lunedì 11 novembre 2024

James Blish Guerra al grande nulla 1958

 


"Guerra al grande nulla" (titolo originale: "A Case of Conscience"), è un romanzo di fantascienza di James Blish, pubblicato nel 1959,  che intreccia religione, etica e esplorazione spaziale:

 

Il romanzo, ambientato nl 2049, segue le vicende di un sacerdote gesuita, Padre Ramon, inviato insieme a tre compagni, su un pianeta alieno per valutare se la civiltà ivi presente sia abbastanza evoluta da poter essere contattata dalla Chiesa. Gli abitanti di questo pianeta, i Lithoidi, sono esseri cristallini con una società altamente avanzata, basata su principi razionali di perfezione e di armonia.

Padre Ramon, nel corso della sua missione, si trova a confrontarsi con una serie di questioni filosofiche e teologiche profondamente stimolanti. La civiltà lithoid è completamente priva di concetti come il peccato, la sofferenza e la morte, elementi fondamentali della teologia cristiana. Inoltre, i Lithoidi possiedono una conoscenza scientifica e tecnologica che supera di gran lunga quella umana, mettendo in discussione la stessa natura di Dio e dell'anima.

Il romanzo esplora la tensione tra la fede religiosa e la conoscenza scientifica, ponendo domande sulla compatibilità tra le due.

 Padre Ramon si trova a dover rivalutare i concetti di bene e male alla luce della società lithoid, che sembra aver raggiunto una perfezione morale inarrivabile per gli umani. Il romanzo pone interrogativi sulla possibilità di una comunicazione interspecie basata su principi spirituali.

Padre Ramon deve decidere se sia giusto "civilizzare" i Lithoidi, introducendoli ai concetti di peccato e sofferenza, o se sia meglio rispettare la loro cultura e la loro visione del mondo.

L’autore attraverso  il suo protagonista vede nella società perfetta dei lithiani un’opera del maligno. Questo dilemma etico-teologico si sviluppa ulteriormente nella seconda parte del libro, ambientata sulla Terra, dove le conseguenze delle sue scoperte su Lithia si manifestano pienamente.

"Guerra al grande nulla" non è solo un romanzo di avventura spaziale, ma un'opera di riflessione profonda su temi universali. Il romanzo offre una prospettiva originale e stimolante sulla religione, invitando il lettore a mettere in discussione le proprie convinzioni. Il confronto tra la cultura umana e quella lithoid solleva questioni importanti sulla tolleranza e sul rispetto per le differenze.

"Guerra al grande nulla" è un romanzo che continua a far discutere e a stimolare la riflessione. È un'opera che invita il lettore a guardare oltre i propri orizzonti e a considerare le possibilità infinite dell'universo. Ma fin dal titolo gioca su un equivoco, il titolo italiano infatti è molto fuorviante, l’originale, letteralmente “Un caso di coscienza” è molto più fedele al testo. Nel quale vi è pochissima azione e molto dialogo. In pratica tutta la prima parte è una complicata conversazione tra i membri della commissione (tre scienziati e il gesuita protagonista) che ha il compito di valutare il pianeta.

Un pianeta che il gesuita vede come un luogo straordinario, abitato da esseri intelligenti ma privi di umanità, che non conoscono delitto o mancanza e non  hanno bisogno di regole, si presentano come altissimi rettili che nel loro sviluppo  da uovo a essere adulto,  ripercorrono tutta l’evoluzione della specie, dallo stadio di pesce in poi.

Uno degli scienziati vorrebbe fare del pianeta una fabbrica di bombe atomiche, il gesuita invece è molto preoccupato perché percepisce i lithiani come creature diaboliche.

Tornati sulla Terra continua la polemica. Nel frattempo un lithiano ha regalato al gesuita un uovo fecondato che farà nascere sulla Terra un esemplare di alieno, il quale diventa, alla maturità un essere di intelligenza superiore, in grado di sobillare molti terrestri e spingerli a rifiutare le regole della civiltà. Una civiltà, quella terrestre, devastata dalle guerre nucleari e costretta a vivere per lo più nel sottosuolo.

Il finale è piuttosto oscuro: la creatura viene braccata per essere rimandata sul suo pianeta d’origine, ma nel frattempo il gesuita deve  applicare al  pianeta intero una sorta di esorcismo per liberarlo dell’influenza “diabolica” della creatura.

 

Confesso che il romanzo proprio non mi è piaciuto, perché le argomentazioni sono per lo più deboli e teologicamente poco ferrate, le reazioni dei personaggi sono spesso ingiustificate e sopra le righe.

La questione teologica, potrebbe essere molto stimolante, in effetti l’esistenza di altri esseri intelligenti mette da sempre alla prova tutte le religioni, nate in un tempo in cui l’esistenza degli alieni non era nemmeno ipotizzabile. Se c’è un Dio è un Dio di tutti? O è solo il nostro? La domanda è pertinente ma il romanzo non appare in grado di abbozzare una qualsiasi credibile risposta.



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