mercoledì 26 marzo 2025

Lino Aldani, LA CASA FEMMINA E ALTRI RACCONTI 1960-2002

 



È vero molti racconti sono “ispirati” da celebri racconti altrui, per esempio di F. Brown o persino di J. P. Sartre (ma sappiamo che l’esistenzialismo è una esperienza di pensiero che solletica molto l’autore).

C’è in molti racconti dell’ironia come tono dominante ma c’è anche creatività.

Certo l’influsso del fantastico italiano non è secondario ( Bontempelli, Savinio, Landolfi, Calvino ecc.). L’autore tocca anche temi molto attuali, come la dipendenza dai media e la sostituzione della realtà con la virtualità.

I racconti nel complesso sono di alta qualità, anche se non tutti memorabili e l’autore dimostra di possedere una propria personalità. Alla fine ne esce rafforzata l’idea che esiste in Italia una vena per lo più sotterranea, di scrittori che ha trovato nel fantastico un modo efficace di esprimersi artisticamente. Nel fantastico non nella fantascienza.

 

 

martedì 18 marzo 2025

Arkadij e Boris Strugackij È DIFFICILE ESSERE UN DIO 1964


 


 Il romanzo di fantascienza dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij è ambientato in un futuro in cui l'umanità ha raggiunto un livello di sviluppo avanzato. La storia si svolge su un pianeta distante,  Arkanar,  abitato da esseri umani con una società simile all'Europa medievale, bloccata in uno stadio di arretratezza culturale e sociale.

 Don Rumata, il protagonista, è in realtà Anton, uno storico terrestre inviato come osservatore sul pianeta. Il suo compito è monitorare l'evoluzione della società senza interferire, seguendo il principio della non interferenza imposto dagli scienziati terrestri. Tuttavia, la sua posizione è estremamente ambigua: da una parte è venerato come una sorta di semidio per la sua forza e intelligenza superiori, dall'altra è tormentato dal divieto di migliorare attivamente le condizioni di vita del popolo.

Rumata vive a corte, in un ambiente corrotto e brutale, dove l'ignoranza e la violenza regnano incontrastate. La società è dominata da nobili spietati e da un regime oppressivo che perseguita i letterati e gli uomini di scienza, soffocando qualsiasi forma di progresso.

Il conflitto interiore di Rumata si intensifica quando assiste alla repressione del sapere e all'ingiustizia. Si trova a lottare con il dilemma morale di un essere superiore che potrebbe salvare il popolo, ma non può farlo per non alterare il corso naturale dello sviluppo storico. Il titolo stesso, È difficile essere un dio, si riferisce proprio al fardello di chi possiede il potere di cambiare il destino degli altri, ma è costretto a restare a guardare.

Con il solito stile effervescente e incontenibile vi appaiono temi come quello del rapporto tra Destino e libero arbitrio: Il romanzo esplora se sia giusto intervenire in una civiltà arretrata o se ogni società debba seguire il proprio corso naturale; quello del rapporto tra Potere e corruzione: La brutalità del potere e la repressione del sapere sono centrali, in una chiara metafora del totalitarismo sovietico che però bene può essere adattata al nostro tempo; e infine quello dell’Etica della conoscenza: La superiorità tecnologica e culturale pone infatti  il protagonista in una posizione simile a quella di una divinità, ma la sua impotenza lo rende tragico.

 Lo stile dei Strugackij è crudo, filosofico e profondamente esistenzialista. La narrazione oscilla tra azione, riflessioni interiori e descrizioni di un mondo claustrofobico e violento. Il romanzo è un'allegoria potente sull'arroganza del progresso e sulle responsabilità morali di chi possiede conoscenza e potere. La sofferenza di Don Rumata è quella di chi osserva il dolore del mondo senza potervi porre rimedio, in un ciclo eterno di oppressione e ignoranza.

 

lunedì 10 marzo 2025

A. C. Clarke – F. Pohl L’ULTIMO TEOREMA 2008

 



 

Ho sempre diffidato dalle opere scritte a più mani perché il segreto della scrittura e dell’arte è sempre molto personale e difficile da condividere. In effetti anche quest’’opera nonostante entrambi gli autori siano di  qualità non mi ha convinto affatto.

 Il romanzo ruota attorno a due filoni principali: Ranjit Subramanian, un giovane matematico dello Sri Lanka, è ossessionato dall'Ultimo Teorema di Fermat, un problema che ha affascinato i matematici per secoli. A differenza della complessa dimostrazione fornita da Andrew Wiles, Ranjit cerca una soluzione più elegante e immediata, ispirata alle conoscenze matematiche dell'epoca di Fermat. Inaspettatamente, durante la sua prigionia, riesce a trovare una dimostrazione semplice ed efficace, superando così un'impresa che ha sfidato le menti più brillanti.

Parallelamente alla scoperta matematica, si sviluppa una trama fantascientifica che coinvolge una razza aliena avanzata. A causa delle esplosioni nucleari sulla Terra, gli alieni percepiscono l'umanità come una minaccia e decidono di intervenire, inviando una flotta spaziale per sterilizzare il pianeta.

Le due storie si intrecciano quando Ranjit, coinvolto in un'avventura pericolosa, viene catturato e torturato. È proprio durante la prigionia, sotto stress e privo di strumenti, che il giovane matematico riesce a concentrarsi e a trovare la soluzione al teorema. La sua scoperta, oltre ad essere un trionfo personale, diventa un simbolo di speranza per l'umanità, dimostrando che anche in circostanze estreme l'intelletto umano può superare ogni limite.

Il romanzo si conclude con un finale aperto, lasciando al lettore la possibilità di interpretare gli eventi. La flotta aliena si avvicina alla Terra, ma la reazione dell'umanità e le possibili conseguenze rimangono in sospeso. Gli autori sembrano suggerire che la scoperta di Ranjit possa rappresentare una svolta decisiva, un segno di maturità che potrebbe convincere gli alieni a riconsiderare le loro intenzioni.

 

Il romanzo celebra la capacità dell'intelletto di superare ogni ostacolo, anche nelle situazioni più difficili. Le esplosioni nucleari rappresentano un monito sui pericoli della tecnologia e sulla necessità di gestire con saggezza il potere dell'uomo.

Il tema dell'incontro con civiltà aliene più avanzate è un classico della fantascienza. Clarke lo affronta con la sua solita maestria, ponendo interrogativi sulla natura dell'umanità e sul suo posto nell'universo.

 

La collaborazione tra Clarke e Pohl ha dato vita a un romanzo che unisce la profondità intellettuale del primo alla capacità narrativa del secondo. Ma è evidente che le due trame non riescono a supportarsi vicendevolmente, così che la prima, la storia del giovane matematico, per il lettore di fantascienza  finisce per essere spesso pesante o addirittura noiosa mentre la seconda, il contatto con gli alieni, si interrompe proprio quando sembra decollare. Insomma, a mio parere, una operazione non riuscita.

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